Si è perso nel flusso di una vita tunisina frenetica, in balia del tempo lento della ricerca e del chiasso dei tram, di contrattazioni al mercato e di manifestazioni in strada, di mercati delle pulci, soste per caffé e citronade a ogni ora. Si è perso in nuove opportunità di lavoro, in nuove amicizie e in una scelta di vita che a fine 2012 mi ha portato al sud, a Gabès.
Città odiata e quasi ostile. Città del sole, del vento, del mare, come Cagliari, come Rabat. Ma di quel cielo blu e di quell'aria buona di mare non c'è nulla. Città che tutto poteva, ma niente ha avuto. Città che nessuno ama, neanche chi ci è nato. Città dove non si può respirare. Città dove la cosa più bella sono i palmeti dell'oasi al tramonto e ti dimentichi anche che è una prigione dove non hai amici e non sei libera. Città dove come donna non ero io.
Città dove senza saperlo ho (abbiamo) concepito il mio capolavoro.
Ed è grazie a lui che rinasce la mia vocazione di narratrice e riprendo Sardinian Shahrazad.
Perché quando nasce un bambino nasce anche una mamma. E rinasce una donna.
Perché cambiare il mondo si può, un bambino alla volta.
E intanto, Lorenzo Ismail, tu hai già cambiato il mio mondo...
Splendida nipote, le tue parole toccano il cuore.
RispondiEliminaNaturalmente Come tutte le cose la vera artefice sono io: luisella
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